Quasi tutte le estati, decido di leggere almeno uno dei racconti di Cristina Cassar Scalia riguardanti le vicende del vicequestore Vanina Guarrasi.
Li leggo perché sono leggeri, sono ambientati nella mia città, non sono eccessivamente lunghi e la scrittura è scorrevolmente piacevole. Quest'anno è toccato a "L'uomo del porto".
Trama: Vincenzo La Barbera, professore di filosofia presso il liceo classico, era un tipo solitario, che usava come casa una vecchia barca a vela ormeggiata nel porto ed era amatissimo dagli studenti. Niente debiti, né legami con la malavita. Eppure qualcuno lo ha uccis, lasciando il suo corpo nel letto dell'Amenano, un corso d'acqua che secoli fa un'eruzione dell'Etna ha ricoperto di lava e che ora scorre sotto il centro storico della città. Vanina Guarrasi - la cui esistenza si è complicata, casomai ce ne fosse bisognol, per via di una minaccia di morte giunta dalla mafia palermitana - prende in mano l'indagine. Di indizi, nemmeno l'ombra. Il mistero è assai complesso, e forse ha le sue radici nel passato ribelle della vittima. Per risolverlo, però, Vanina potrà contare ancora una volta sull'aiuto dell'impareggiabile commissario in pensione Biagio Patanè.
Devo essere sincera con voi, continuo a leggere questa catena di racconti sia per i motivi che vi ho detto in precedenza e sia perché non mi piace lasciare qualcosa in sospeso, ormai insomma dovrò completarla; tuttavia ritengo che siano davvero troppo leggeri e a volte anche conditi di qualche banalità per non parlare del fatto che da quando hanno mandato in onda la serie hanno distrutto nella mia mente quelli che mi ero immaginata essere i personaggi. Se i libri sono leggeri ma comunque piacevoli, la serie è terrificante.
Ho già iniziato a leggere qualcosa di totalmente diverso che credo mi accompagnerà per il resto dell'estate. E voi cosa state leggendo?
Un abbraccio e al prossimo post!
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